Vetri che si spezzano

Jodie Lind

› La prima Spaccata

Spaesata, impaurita, no, terrorizzata, la giovane ragazza dai capelli castani e il volto sciupato da qualcosa di molto più pesante di molte notti insonni, camminava trasudando una palpabile insicurezza, guardandosi attorno come se fosse in un mondo che non le apparteneva.
Come era finita li? Non ricordava nulla, solo oscurità, un freddo metallico che le pervadeva la schiena e una piccola luce rossa che scattava a intermittenza. Si, erano le uniche cose che ricordava e non sapeva nemmeno chi le avesse donato l'abito bianco che stava indossando, né tanto meno come fosse arrivata al campo da calcio.
Osservò il cielo notturno, era senza stelle o luna e un vento fresco stava trasportando il denso profumo della notte che le invase le narici e la fece momentaneamente rinsavire.
La ragazza trasalì e un profondo singulto le fece perdere temporaneamente la cognizione del tutto, subito dopo la sua mente venne pervasa da immagini di minuscoli bracci meccanici che le assediavano il cervello, in quel momento la paura la assalì e Jodie la avvertì come un demone che le alitava sul collo tastandole il cuore e l'anima, come per verificare che fosse terreno fertile per radicare.
Jodie si portò le mani alla testa in un gesto disperato, i pochi ricordi che la stavano spingendo ad una crisi isterica avevano cominciato a dissiparsi nel nulla, lasciando spazio all'oscurità, lei non voleva, non sapeva perché, ma sapeva di non voler lasciare spazio al buio.
Avrebbe perso sé stessa, questo lo sapeva, benché non avesse la minima idea di chi fosse, dato che l'oscurità stava occludendo tutti i suoi ricordi di una vita passata, semmai ne avesse avuta una, ovviamente.
Spalancò gli occhi e gridò, la sua voce si disperse nella notte, squarciando la volta oscura in un suono disumano e disperato, acuto e trillante come il fischio di una locomotiva, ma malgrado lo sfogo, l'oscurità prese ad essere ancora più rapida e assetata, la sua mente stava per vacillare, stava per perdersi nelle ombre e lo sapeva.

Jodie Lind

› La prima Spaccata

Una voce irruppe nella sua distruttiva caduta nell'oscurità della sua amnesia sempre più progressiva. Era una voce calda e gentile, femminile, inizialmente Jodie ci mise un po' a comprendere di chi si trattasse, a mettere a fuoco le forme, come se anche i suoi occhi si stessero dimenticando come funzionare. Poi venne il turno dell'udito, le parole erano arrivate lente e scandite in maniera quasi deformante e il suo cervello stava impiegando veramente troppo a elaborarne il significato.
Sollevò lo sguardo, gli occhi bagnati dalla paura, le labbra tremanti e le braccia avvolte attorno al ventre, come a difenderla da qualcosa, come se volesse chiudersi a riccio in sé stessa.
Osservò la ragazza, i capelli blu e lo sguardo gentile come la voce, ma lo spavento prese il sopravvento: si ritrasse e la osservò terrorizzata.
"Aiutami! Ti prego, aiutami!"
Urlò, poi una fitta di dolore tornò a lacerarle la mente e si piegò nuovamente su sé stessa, flettendo le ginocchia e stringendosi ancora di più.
Non sapeva chi fosse quella ragazza e non sapeva nemmeno se potesse aiutarla, dato che nemmeno lei sapeva cosa le stesse accadendo, seppe solo una cosa: l'Oscurità stava tornando ad assalirla e sarebbe stata solo questione di pochi minuti prima che prendesse totalmente il sopravvento, rendendo genuflessa la sua volontà.

Jodie Lind

› La prima Spaccata

Jodie prese un profondo respiro e cercò di utilizzare le parole della ragazza dai capelli blu come forza catalizzatrice per tutto il caos che si stava scatenando nell'oscurità dentro di lei.
Avvertì il tocco aggraziato della ragazza, poi le sue parole e il cervello di Jodie ne assunse il significato molto prima di quanto potesse aspettarsi, come se il concentrarsi sulla domanda che aveva fatto la sua interlocutrice la stesse effettivamente aiutando a rilassarsi, ad appianare la confusione e a generare chiarezza.
Improvvisamente il silenzio divenne quasi pacifico dentro di lei, stava cercando di ricordarsi quale fosse il suo nome e si sorprese nello scoprire che ne aveva effettivamente memoria, ma non lo avrebbe mai saputo se qualcuno non glie lo avesse chiesto.
Alzò il capo sollevando appena il mento fine, poi scoccò alla ragazza un'occhiata dispiaciuta e fu come se fosse diventata un'altra persona. Quasi si spaventò dalla calma che la stava avvolgendo dalla testa ai piedi, della tranquillità che aveva assunto nel guardarsi attorno, nello scoprire che era tutto normale, persino l'oscurità che occludeva i suoi ricordi, tranne il nome, il quale venne a galla dagli abissi della sua mente.
"Mi chiamo Jodie, ma non so come faccia a saperlo..." Rispose portandosi le mani a stringere le proprie braccia, cominciando ad accusare il freddo pungente che aveva iniziato a stuzzicarle la pelle pallida.
"E...e tu?" Domandò serenamente, come se stesse realmente facendo amicizia o stesse compiendo una semplice conversazione, ma ancora sperava che la ragazza la aiutasse, sperava realmente che potesse esserle d'aiuto e non sapeva perché.
Non sapeva come mai gli occhi di lei le infondessero tutta quella fiducia, era come se qualcosa dentro di lei, nell'oscurità, le consigliasse di fidarsi e di farsi aiutare.

Jodie Lind

› La prima Spaccata

La ragazza disse di chiamarsi Sab e in un gesto di cordiale dolcezza passò a Jodie la sua giacca, ponendola dolcemente sulle sue spalle gracili e bianche.
Jodie afferrò i bordi del capo, cercando di assorbirne tutto il calore, stringendosi nelle spalle e avvolgendosi tra i lembi.
Jodie comprese di essere stata veramente fortunata ad averla incontrata, a conti fatti, comprese di essersi trovata in una situazione completamente disagiata; spaesata, impaurita, infreddolita e sola. Non si era nemmeno resa conto di essere in un campo da calcio, vicino ad una scuola o collegio che fosse, se non fosse stato per Sab, avrebbe passato la notte ad urlare al vuoto, contraendo anche una brutta malattia causata dal gelo.
La ragazza mora rabbrividì e scrollò le spalle come a cercare di togliersi il freddo dal corpo, scosse appena il capo per rispondere a Sab, sentiva di avere troppo freddo per usare le parole, voleva, ma aveva l'impressione di dover conservare le forze.
"Ti ringrazio, io...vorrei sapere se possiamo andarcene da qui, se puoi aiutarmi a trovare un posto caldo, sicuro."
Disse rapidamente, stringendosi ancora di più nelle spalle e avvicinandosi a Sab per guardarla meglio negli occhi.
Era una ragazza molto bella e Jodie comprese di poter riconoscere un certo canone di bellezza, anche se non sapeva bene da quale pozzo di memorie avesse preso quell'informazione.

Jodie Lind

› La prima Spaccata

Jodie aprì la bocca più volte per rispondere, sollevata di quanto Sab le avesse detto.
Il sentore di fiducia nei confronti della ragazza dai capelli blu cominciò a crescerle nel petto e un sorriso spontaneo le si allargò sul volto, quasi fosse una vecchia amica che non vedeva da tempo e con la quale aveva appena organizzato un favoloso pigiama party.
Jodie annuì e si avvicinò a Sab senza smettere di sorriderle, malgrado il freddo che le intorpidiva le membra, magari era per quello che stava desiderando con tutta sé stessa di essere altrove, di stare al caldo. Magari un po' di calore l'avrebbe aiutata a ricordare meglio, magari non riusciva a pensare perché il freddo era tiranno e stava completamente cercando di farla sua.
"Va bene Sab, fammi strada, ti ringrazio."
Disse allargando il sorriso e avvicinandosi di un altro passo alla nuova amica, pronta a seguirla ovunque andasse.